Una storia lunga quasi 90 anni quella dei Venica, fatta di fatica, sacrifici, momenti bui, cadute e rinascite, proprio come è la storia del Collio, confine orientale d’Italia. Una vera e propria epopea che è possibile ripercorrere visitando la cantina di Dolegna del Collio e attraversandone 4 porte che segnano lo scorrere del tempo e la lunga tradizione della famiglia Venica. Prima fra tutte è la Porta di Daniele, dedicata al nonno che nel 1930 acquistò la cantina che poi diventerà una delle più rappresentative dell’intero Friuli; poi viene la Porta Adelchi, che protegge l’antica dispensa di famiglia, una volta scarsamente riempita con qualche salume e un po’ di formaggio, e che oggi è lì, come monito a non dimenticare un passato di precarietà. Si arriva alla Porta di Gianni e Giorgio ancora con la mente al passato e subito si viene proiettati nel futuro: materiali come il legno, l’acciaio e il corten, appaiono come un simbolico invito a non rimanere ancorati a ciò che fu ma ad aprirsi al nuovo che avanza. Un messaggio con cui si comprende l’attenzione dei Venica alla tradizione, con lo sguardo sempre fisso all’innovazione. Da ultimo si giunge alla Porta del Futuro, che si dischiude sui volti delle nuove generazioni Venica, già fortemente deputate a perpetuare una storia che sembra destinata a cose sempre più grandi. Grandi come i vini che i Venica, da anni, regalano alla famiglia di appassionati buongustai di cui i nostri Lettori fanno sicuramente parte. Talmente grandi questi vini che è difficile scegliere il più grande, un busillis invero gradevolissimo che si risolve con un parimerito.