L’Estemporaneità come Opportunità: il futuro sostenibile secondo Venica&Venica
A Milano un talk per riflettere su come trasformare l’imprevisto in occasione. Presentati il Sauvignon Extempore e il Bilancio di Sostenibilità 2024.
Venica & Venica ha scelto la cornice del ristorante L’Alchimia di Milano per il talk del 17 ottobre riservato alla stampa dal titolo "Extempore: l’Estemporaneità come Opportunità", una giornata speciale che ha permesso di condividere non solo un vino (il Sauvignon Extempore) e un documento (il Bilancio di Sostenibilità 2024), ma anche e soprattutto una visione.
Nel corso dell’evento l’attenzione è stata infatti focalizzata su un concetto tanto affascinante quanto attuale, l'estemporaneità, reinterpretando un termine spesso associato all’arte dell’improvvisazione sia in chiave vitivinicola che imprenditoriale.
L’ispirazione nasce da uno dei vini simbolo di Venica&Venica, il Sauvignon. L’Extempore è infatti un Sauvignon nato quasi per caso, dalla sfida, partita nel 2004 e poi ripetuta per una maggiore consapevolezza della strada giusta da perseguire, di invecchiamento in barrique; una testimonianza di come eventi non pianificati possano generare risultati straordinari.
Il valore dell’imprevisto.
Saper accogliere l’imprevisto e trasformarlo in possibilità è una filosofia che accompagna da sempre la famiglia Venica, sin da quando nonno Daniele insegnava a Gianni Venica che non possiamo controllare tutto, ma possiamo imparare ad ascoltare - in primo luogo Madre Natura - e a rispondere con sensibilità e consapevolezza.
Da allora ogni vino che Venica&Venica produce diventa il racconto unico di un’annata, delle sue sfide e delle sue opportunità, l’essenza di un momento irripetibile, facendosi portavoce, attraverso i suoi aromi e sapori, del clima, della terra e delle cure che i vignaioli hanno saputo dargli.
Il legame indissolubile tra l'azienda e il territorio del Collio è ciò che Gianni ha messo subito sul tavolo del dibattito, assieme a Serena Venica, quarta generazione legata alle radici e all’identità ma capace di reinterpretare l’azienda apportando elementi innovativi fondamentali. “In azienda – ha detto Serena - mi occupo del controllo gestione, ma, in ambito di change management, anche di individuare strategie e metodi che portino a un cambiamento efficace ed efficiente. Gianni ha sempre lo sguardo rivolto al futuro. Ed il suo futuro è estremante dinamico e in continua evoluzione, mantenendosi però saldo alle sue radici. Potrei definirlo un innovatore che rimane fortemente legato alla tradizione e ovviamente a territorio”.
“Extempore – ha aggiunto Gianni - è un vino al contempo espressione di una lunga tradizione e di un percorso verso il futuro. È una nuova interpretazione del Sauvignon, vino riconosciuto leader della nostra produzione; incarna la nostra volontà di valorizzare in tutti i nostri vini il territorio perché, ancora una volta, è un vino che ci riporta nel nostro luogo di origine”.
Come suggerisce il suo nome, Extempore ci ricorda che nel tempo si nasconde sempre una sfida. E quella sfida è spesso trovare il tempo per fermarsi e riflettere e, grazie a questo, crescere e innovare. “Extempore stesso – ha sottolineato Ornella Venica - è una nuova sfida, intrapresa nel nostro costante viaggio alla ricerca di nuove opportunità per migliorare, proteggere e valorizzar ciò che più amiamo. È un Sauvignon che rappresenta non solo una nuova interpretazione del nostro territorio, ma anche il simbolo di come affrontiamo gli imprevisti: con creatività, innovazione e un profondo rispetto per le nostre radici. Inoltre, è un vino, nato da una vinificazione non pianificata, che ha bisogno di tempo per esprimersi: energico e dinamico, si apre nel bicchiere”.
Affrontare l’imprevedibile: le esperienze di Fabiano Benedetti e Marco Tonni.
Il tempo, il valore dell’imprevisto, la capacità di trasformarlo in opportunità di crescita sono stati il fil rouge del dibattito moderato da Adua Villa, nota giornalista ed esperta di vino, che ha guidato una tavola rotonda con protagonisti provenienti da diversi mondi ma uniti dalla capacità di affrontare l’imprevedibile con spirito creativo.
Fabiano Benedetti, CEO di beanTech, ha offerto una testimonianza personale raccontando le radici della sua avventura imprenditoriale. "L’azienda è nata da una scommessa - ha spiegato -. Io e Massimiliano Alziutti, un vecchio compagno di banco, ci siamo reincontrati per caso, anni dopo aver intrapreso percorsi lavorativi diversi. Non potevamo prevedere che quell’incontro sarebbe stato l’inizio di qualcosa di importante, ma è proprio in questo che l’estemporaneità ha giocato un ruolo chiave nella mia vita".
Benedetti ha proseguito sottolineando come spesso siano proprio le sfide inaspettate a dar vita alle opportunità più grandi: "Non tutto nella vita si può pianificare. A volte, sono gli eventi improvvisi e non programmati che ci spingono a intraprendere nuove strade, a reinventarci. È grazie a quelle prime sfide, a quei momenti in cui abbiamo deciso di rischiare e di seguirci a vicenda in questa avventura, che oggi beanTech è diventata un’azienda leader nel settore tecnologico”.
L'imprenditore ha infine voluto ricordare quanto sia stata determinante la capacità di adattarsi al cambiamento: "L’estemporaneità non è solo una questione di eventi fortuiti, ma di saperli cogliere, di trasformarli, appunto, in opportunità. È questo che ci ha permesso di crescere e di innovare, in un settore in continua evoluzione come quello della tecnologia”.
Marco Tonni, agronomo di grande esperienza e consulente specializzato in sostenibilità, ha offerto invece uno sguardo profondo e illuminante sul mondo vitivinicolo, mettendo in evidenza la stretta connessione tra la natura e l’imprevedibilità che la caratterizza, e sulle sfide climatiche e ambientali, temi che affronta con il suo gruppo di lavoro, Sata. " La natura - ha spiegato - si esprime spesso attraverso eventi repentini, estemporanei. Il nostro compito è interpretarli, non per dare risposte improvvisate, ma per adattarci in modo che l'impatto sull'ambiente sia il minore possibile”.
Tonni ha poi sottolineato l’importanza di una consapevolezza profonda: "Dobbiamo essere consapevoli e lo diventiamo analizzando, studiando la terra. Solo così possiamo capire come comportarci per ridurre l’impatto sul suolo e sull'ambiente. La vite, a differenza di noi, non può spostarsi. Il suo destino è legato al terreno in cui affonda le radici e il nostro compito è rendere quel terreno ospitale. Per farlo, dobbiamo andare in profondità, ragionare come le radici stesse".
In quest’ottica, Marco Tonni ha illustrato il metodo Biopass: "Abbiamo studiato questo metodo per valutare la qualità biologica del suolo e capire se il terreno è davvero ospitale per la vite. I migliori vini nascono dai migliori terreni, e la biodiversità, sia sottoterra che in superficie, gioca un ruolo chiave nella qualità del vino. Senza biodiversità, il terroir, l’essenza stessa di un vino, non può esistere".
È esattamente l’approccio pratico che Venica & Venica adotta per affrontare queste sfide: "Il lavoro che facciamo – hanno spiegato i Venica - si basa proprio su questo principio: con l’aiuto di Tonni e del suo gruppo osserviamo attentamente il terreno, lo studiamo a fondo, analizziamo la sua composizione e la biodiversità che lo popola. Solo attraverso una comprensione profonda di questi elementi possiamo trovare soluzioni sostenibili che non solo rispettano l'ambiente, ma che permettono alla vite di esprimersi al meglio, dando vita a vini autentici, che siano specchio fedele del nostro territorio”.
Si tratta ancora una volta della consapevolezza dell’importanza di fermarsi e misurare. “Nel corso degli anni – ha continuato infatti Ornella Venica - ci siamo posti tante domande ed è grazie a questo che abbiamo iniziato più di dieci anni fa a intraprendere la strada della misura e da allora, giorno dopo giorno, la consapevolezza della tutela è cresciuta e cresce con noi”.
La misura la sostenibilità.
Di misura parlando, altro momento importante dell’evento è stata la presentazione del Bilancio di Sostenibilità 2024 di Venica & Venica.
Ornella Venica ha illustrato l’impegno dell’azienda a favore della tutela ambientale e della comunità locale: "Sostenibilità per noi non è solo una parola, ma un’azione quotidiana. Da più di dieci anni misuriamo ogni nostro passo, con l’obiettivo di ridurre il nostro impatto sull’ambiente e restituire alla terra ciò che ci ha dato."
Il Bilancio di Sostenibilità non è solo un documento, ma un racconto di responsabilità e consapevolezza, frutto di un percorso fatto di domande, riflessioni e scelte coraggiose. "Abbiamo imparato a fermarci e a misurare – ha concluso Ornella – perché solo così possiamo davvero crescere, garantendo un futuro migliore non solo alla nostra azienda, ma anche ai nostri figli e alla comunità".
Il Bilancio, con il suo titolo “Storie di vita e di vite”, nasce volutamente come un ulteriore racconto del vivere quotidiano in azienda ed è portavoce della ferma convinzione che la consapevolezza sia figlia del sapersi fermare un attimo, misurare i risultati ottenuti e progettare così i passi futuri.
Il Vino come espressione del Tempo.
E a proposito di fermarsi, ecco ancora una volta la centralità del tempo, che ci sfida, ma al tempo stesso ci offre lo spazio per crescere. Un tempo che noi misuriamo, pur nella consapevolezza, come ha sottolineato il giornalista Carlo Cambi richiamando Sant’Agostino, che il tempo in sé non esiste.
“Passato, presente e futuro – ha detto Cambi – non esistono in sé, ma sempre e solo nell’animo umano, come presente. Nella memoria è il presente del passato, nell’attenzione il presente del presente, nell’attesa il presente del futuro”.
E se in questo vivere frenetico siamo sempre a corto di tempo, il vino nella condivisione ci regala tempo.
Lo ha ricordato bene la degustazione di Extempore, un vino che racconta la misura del tempo di un vignaiolo e parla di territorio, di sfide, di lungimiranza: quella dell’attesa, per capire se un gesto o un accadimento estemporaneo possano diventare un’occasione per scoprire nuove strade, tanto nel vino quando nelle nostre vite personali e professionali.
“La stessa lungimiranza – ha sottolineato Carlo Cambi – che i Venica hanno avuto anche nel far diventare i figli un’opportunità. A Serena è stato chiesto di interpretare l’azienda ed ora lei rappresenta l’evoluzione, colei che mette in atto, dal punto di vista strutturale, i cambiamenti che Gianni ed Ornella vogliono raggiungere.
I francesi oggi stanno iniziando a sostituire il termine sostenibilità con “durabilità” e credo che durabilità sia la vera essenza dell’azienda Venica&Venica”.
La giornata si è conclusa con un momento di networking informale che ha visto la partecipazione di rappresentanti del mondo della ristorazione; un’occasione preziosa per continuare il dialogo scambiando idee e riflessioni.
Gli ospiti hanno potuto assaggiare i piatti preparati dal ristorante L’Alchimia accompagnati dai Sauvignon Extempore 2016 e 2018, condividendo non solo esperienze personali, ma anche visioni per il futuro, in un’atmosfera di collaborazione e apertura.