Schioppettino: Un rosso visionario
Seguendo il pensiero del giornalista Carlo Cambi sicuramente è insolito che un’Azienda, conosciuta e pluripremiata per i vini bianchi, per celebrare il 90°Anniversario s’affida invece a un rosso! Non basta: la Venica&Venica, andando alle radici della sua viticoltura, ha scelto un rosso identitario, ma di nicchia: la Ribolla Nera.
Non vi è familiare? Allora seguiteci per scoprire insieme le origini di questa novità arrivata nel 2020, nell’ anno celebrativo della festa dei 90 anni per la Venica & Venica.
UN ROSSO VISIONARIO PER CELEBRARE UNA VITA DI BIANCHI
Di Carlo Cambi su “La Verità”, Giugno 2020
“Non poteva che cominciare con un coup de theatre questo 2020 palindromo e bisesto per i Venica. Gianni è abituato a stupire, Giorgio no, lui da ex pilota valuta ogni inezia, però s’è lasciato trascinare dal fratello in un ossimoro enologico.
I Venica devono la loro ampia e meritatissima fama, costruita anche da Ornella con paziente lavoro di parola e di commercio e oggi affiancata da Serena, ai bianchi: il Ronco Cime grandissimo Friulano e il Ronco Mele, forse il più peculiare dei Sauvignon prodotti in Italia. Ti puoi aspettare che per celebrare un anno storico, fanno 90 vendemmie da quando il capostipite Daniele Venica dette il via all’azienda, s’affidino a un rosso? Non basta: hanno scelto, andando alle radici della loro viticoltura, un rosso identitario, ma di nicchia: la Ribolla Nera.”
Gianni e Giorgio Venica con la loro ultima creazione: lo Schioppettino.
Nella foto un momento dell’annata 2020 con le uve appena vendemmiate.
Schioppettino: l’identità della valle dello Judrio
“Non vi è familiare? Allora chiamiamolo Schioppettino: un vitigno che è l’identità della valle dello Judrio, antico confine austroungarico e oggi sloveno. Era un vitigno negletto al punto che a metà del Novecento lo cancellarono dagli albi viticoli del Friuli Venezia Giulia. Vi fu una mezza rivolta proprio dei vignaioli di Prepotto e finalmente lo Schioppettino è tornato alla luce. Al sole di una valle che precipita dalle prealpi Giulie.
Era, come del resto la Ribolla Gialla, il vino delle campagne, oggi è tornato all’eccellenza complesso e inconfondibile com’è. I Venica hanno investito dieci anni su questa rinascita. Cinque per avere la prima vendemmia buona, altri sei per far affinare lo Schioppettino, prima in legno quindici mesi, poi in vetro cinque anni. E’ ora in commercio la vendemmia 2012 e la bottiglia, una borgognotta e anche questo è un unicum per i Venica, porta in etichetta un estratto del rogito del 1930 d’acquisto del corpo centrale dell’azienda.
Il colore è rubino intenso e brillantissimo, il naso esplosivo di mora selvatica, di lampone con accentuato pepe e sottofondo muschiato, il palato è come nello stile della casa carezzevole, ampio. E’ un Venica e dunque il ritorno è eterno su note dolcemente speziate. Vino da carni rosse, da paste salsate, da formaggi duri. Per me per polenta ai funghi, Montasio e prosciutto D’Osvaldo.”